Con una comunicazione nemmeno troppo a sorpresa, si apprende oggi che il Viminale ha indetto anche le elezioni regionali della Lombardia e del Lazio per il prossimo 4 marzo.
Nello stesso giorno si voterà quindi sia per le politiche che per le regionali.
Quindi chi, come me sperava in tempi più lunghi per potere studiare come fare prima e organizzare poi sia la presentazione delle liste che per la raccolta delle firme, si ritrova avviluppato da un marasma che sembra non aver fine, una specie di incubo!
Quindi cari cittadini avete solo 15 giorni per decifrare le leggi, organizzarvi, e raccogliere le firme.
Oltretutto per presentarsi in Lombardia ci vogliono quasi tate firme quanto quelle necessarie per presentarsi su tutto il territorio nazionale.
Infatti per presentare una lista in Lombardia ci vogliono 20 mila firme, mentre per presentarsi a livello nazionale ce ne vogliono solo 25 mila.
Credo si sia arrivati al culmine della non democraticità: lasciare 20 giorni a dei cittadini, impreparati a muoversi nel bizantinismo burocratico di leggi, leggine e decreti, così come è logico che sia per chi non è professionista della politica, ma volonterosi e desiderosi di mettersi in gioco, è come metterli di fronte alla parete del cercino a mani nude e dirgli: “adesso vai su!”
È una democrazia fasulla nella quale siccome gli impedimenti burocratici non bastano a fermare i cittadini (così come è stato a Piacenza per le ultime comunali) vengono introdotti anche gli impedimenti temporali.
Sinceramente ciò che sta accadendo in questi giorni mi porta a pensare che si sia molto vicini alla sospensione delle garanzie costituzionali, e che questa sia l’ultima volta che andremo a votare!
Si eleggeranno da soli, ci toglieranno il diritto di votare, ci chiederanno 6 milioni di firme, ed allora rischieranno davvero di farsi prendere a ceffoni dalla gente!
Dio vi benedica, dio benedica l’Italia!
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